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Dieci miliardi piovuti dal cielo

Estate 1998: al “raduno propiziatorio”, come gia’ da allora veniva chiamato in gergo il primo appuntamento per organizzare la stagione, ci si guarda, si sbuffa, ci si gratta la testa: siamo pochi !!

Memori dell’anno precedente, si comincia immediatamente la ricerca di un copione ma sfido chiunque a trovare a breve un copione degno di tale nome con soli sei personaggi e per di piu’ 4 maschietti e 2 femminucce !! Dopo una ricerca lunga e dolorosa, sbuca un copione di Feydeau: “Dieci milioni piovuti dal cielo”.

Ha un duplice difetto: non e’ completo (s’interrompe dopo il secondo atto) e ha 3 personaggi in piu’: per poterlo mettere in scena, visto che e’ quanto di meglio passa il convento in fatto di adattabilita’ e caratteristiche della compagnia, bisognera’ sudare le proverbiali sette camicie. E allora, sotto con l’olio di gomito.

Tocca ancora all’autore armarsi di penna, pazienza e fantasia e rivederlo totalmente: nasce così l’edizione da portare in scena.

La commedia, dopo l’esordio “canonico” dell’8 Dicembre a Campomorone, e’ stata replicata a Genova Pontedecimo e a Genova Bolzaneto, con un buon successo di pubblico e di critica, ma la sua messa in scena non e’ stata delle piu’ facili.

Dopo la “prima”, infatti, uno degli attori ha dato forfait a poco meno di un mese dalla replica. L’autore, suo malgrado, ha dovuto reinventarsi attore, imparare la parte in fretta e furia e interpretare John nei due spettacoli successivi. Con risultati abbastanza positivi, tanto che gli sono valsi un’ulteriore scrittura (ma questa e’ un’altra storia ).

Non mancano episodi gustosissimi, come quando, a Bolzaneto, uno dei due attori che dovevano scagliarsi uno contro l’altro inveendo, scivolo’ clamorosamente sul palco di legno provocando una battutaccia a mezza voce del nostro ineffabile autore, in quel momento impegnato nella singolar tenzone (“Guarda che devi picchiare me, non ammazzarti te !!”) detta in vernacolo genovese che suscito’ l’ilarita’ nascosta a stento di tutti gli altri attori e quella aperta del pubblico in sala sfociata in una autentica ovazione che interruppe lo spettacolo per alcuni minuti o come quando, a Pontedecimo, il mattarello brandito da una delle attrici perse il manico mentre lo agitava in aria, volando letteralmente dietro al povero attore che usciva di scena inseguito da lei e scatenando nuovamente l’ilarita’ generale ed un applauso scrosciante.

E neanche episodi da tregenda, come quando, a Campomorone e poi a Pontedecimo, rispettivamente Serena e il nostro ineffabile Autore ebbero un black out in scena, che solo grazie alla prontezza e alla bravura degli altri attori e dell’impagabile regista Dionisio Merlo, allora anche suggeritore, pote’ essere superato senza eccessivi danni.

Una stagione decisamente movimentata, questa, per La Banda dei Misci, che a luglio dello stesso anno fece il grande salto: si costitui’ in Associazione di Volontariato.