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I grappoli di casa Vigna

E rieccoci, nella tarda primavera del 2000, ancora seduti intorno ad un tavolo alle prese con i soliti problemi di tutti gli anni: gli attori per completare il gruppo, il calendario da formulare, i teatri da contattare, i soldi da raccogliere, il copione da cercare.

Del gruppo dei soliti noti, ha dato forfait Daniele alle prese con il servizio militare.

Ci si conta: in totale siamo in sei, ancora una volta troppo pochi. Urge trovare rinforzi, urge trovare un copione. Ne vengono trovati un paio con otto-nove personaggi, ma purtroppo interamente da sceneggiare e riadattare. A questo punto, Gianni De Moliner, l’organizzatore, sbotta: per doverne rivedere e correggere uno tutti gli anni, tanto vale che lo scriva lui direttamente.   E’ una sfida, soprattutto con gli attori della “Banda” che appaiono, al principio, piuttosto scettici sulla possibile riuscita dell’impresa.

E invece, a fine luglio, il copione e’ pronto, rivisto e sceneggiato. Nasce cosi’ “I Grappoli di Casa Vigna”, il primo spettacolo prodotto interamente in proprio da “La Banda dei Misci”. Vengono “ingaggiati” altri tre attori per completare il cast, uno di loro è Giorgio, che, da allora, non ha piu’ lasciato la Banda diventandone un pilastro insostituibile.

Rimane ancora una parte scoperta, una parte particolare, quella di un ubriacone, e gli attori si vendicano !! Memori dell’esperienza dell’anno precedente con il ruolo di John, agguantano l’autore e lo scritturano a forza per la parte. La partenza e’ comunque ritardata: il regista deve fermarsi subito dopo le prime prove per problemi di salute, fortunatamente superati brillantemente, e tocchera’ ancora al mal capitato Gianni, con la scusa che e’ lui lo scrittore del testo, sobbarcarsi l’ulteriore incombenza di provare a guidare gli attori in scena.

Tre le rappresentazioni: al Teatro Parrocchiale di Campomorone, ovviamente l’8 di cembre, il 27 gennaio 2001 al teatro Parrocchiale di Genova Certosa ed il 7 Febbraio al Teatro del Ricreatorio di Genova Pontedecimo, ancora una volta con un ottimo successo di pubblico (almeno a Campomorone e Pontedecimo) e di critica.

Grande l’exploit degli attori, tutti in generale, con una nota di merito particolare per la giovanissima Cecilia nel ruolo di Catina, gironzolante avanti e indietro per il palcoscenico con il suo pelouche a riproporre, di tanto in tanto, il suo tormentone: “Io mi annoio !!”

Strabiliante l’esordio di Giorgio nel ruolo del protagonista, mentre scene epiche furono il monologo di Mario Bevilacqua (al secolo in Cerbero !), alcolizzato carico come una sveglia, al suo ingresso sul palco e il tentativo di approccio amoroso di una cognata un po’ esuberante nei confronti del cognato..