I Guastafeste
I Guastafeste
L'Aquila
328 082 2365
In scena con...
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“𝐎𝐏𝐄𝐍 𝐋𝐎 𝐒𝐏𝐄𝐓𝐓𝐀𝐂𝐎𝐋𝐎”
Martedì 27 Agosto alle ore 21.00
al NINO CENTRO TENNIS
Via E. Moschino, 8
L'Aquiĺa
PRENOTAZIONE OBLIGATORIA
Per info e prenotazioni: 328.0822365
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𝐂𝐎𝐌𝐔𝐍𝐈𝐂𝐇𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐀𝐋 𝐆𝐄𝐍𝐓𝐈𝐋𝐄 𝐏𝐔𝐁𝐁𝐋𝐈𝐂𝐎
𝐂𝐇𝐄 𝐋𝐎 𝐒𝐏𝐄𝐓𝐓𝐀𝐂𝐎𝐋𝐎 𝐓𝐄𝐀𝐓𝐑𝐀𝐋𝐄
"𝐈𝐋 𝐑𝐈𝐁𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐃𝐈 𝐃𝐈𝐎"
𝐒𝐈 𝐓𝐄𝐑𝐑𝐀̀ 𝐀𝐋𝐋'𝐈𝐍𝐓𝐄𝐑𝐍𝐎
𝐃𝐄𝐋 𝐏𝐀𝐋𝐀𝐙𝐙𝐄𝐓𝐓𝐎 𝐃𝐄𝐈 𝐍𝐎𝐁𝐈𝐋𝐈
𝐢𝐧 𝐏𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐆𝐞𝐬𝐮𝐢𝐭𝐢
𝐕𝐢 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟗.𝟎𝟎
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Lo Spettacolo
Quella dei Rabdomanti sembra una leggenda romantica legata ad un mondo tribale in cui queste figure sono simili a maghi che conoscono i segreti intimi della terra. Il rabdomante sembra essere una figura quasi sciamanica mitica e romantica, dotata della capacità di percepire gli elementi in modo ultranaturale e iperterreno. con un poncho sulle spalle, esposto alle intemperie il rabdomante vaga per terreni sconosciuti e desertici. ai limiti del mondo vaga il rabdomante a sondare le profondità della terra per scovare la vita e noi con lui in attesa, come nella speranza di un nuovo mondo, che strano a dirsi ci sta sotto i piedi, nascosto sotto la terra, l’argilla e i metalli e il magma, che nessuno può vedere se non il suo occhio nel petto capace di vedere nella pancia della terra. un vagabondo che viene da lontano per qualche ora appena,che se ne andrà in una nuvola di polvere come una leggenda. e viene a guardare negli anfratti più scuri e reconditi dell'origine...e nel vagare è esposto al mondo, aperto all'ignoto.il rabdomante è così prima ancora di sperimentare il suo scibile sensibile un camminante, uno scopritore di luoghi. E' lungo la strada che avvengono gli incontri, e quegli incontri non sono che specchi. e lungo la strada in tutti questi specchi poco a poco il camminante va conoscendo il mondo, e conoscendo e riconoscendo sè. di tanto in tanto capiterà al camminante di guardare la strada al contrario: guarderà cioè ammirato o sorpreso o deluso la strada fatta e non quella da fare, e allora rivedrà i colori e le polveri e sentirà i suoni e le parole che lo compongono e disegnano, e le perdite che l' hanno segnato e le feste che lo hanno svezzato. avviene così dunque, lungo il cammino, nella polvere e nel vento, nel turbinio inappagato della propria inquietudine vitale che ci si scopre alla ricerca delle affinità elettive che sottendono e sorreggono il creato? che agiscono e reagiscono invisibili e potenti come magneti universali e che nel silenzio muovono ciò che noi chiamiamo caso? Rbdomantica è gioia: è la gioia di accogliere le energie del mondo per lasciarle fluire e vibrare. Rabdomantica sei tu nella vita che ti si presenta chiara e perentoria o incomprensibile e quasi inafferrabile e ti viene addosso con le sue improbabili ipotesi e questioni, e sei tu che la danzi e la canti. E danzi la vita con passi sempre nuovi e leggeri e sconnessi, e ripetuti e cangianti. Rabdomantica è il mantra di una poetica, della ricerca priva di ossessione e colma di gioioso stupore per l'inaspettato che sempre ci sorprende, una pratica del tendere le braccia alla vita e sentirla fluire con tutto il nostro essere, fino a tremarne, fino a svenirne. Cercarla, estenuarla fino alla fine del giorno e della notte, fino alla fine della strada, lì dove la strada finisce e quando credi di essere perso è il momento in cui scopri e scopri che quello, lì dove ti trovi, quello è il tuo posto, che altri non sanno leggere nè vedere. ma tu lo vivi perché lo riesci semplicemente a sentire, ti batte dentro. Rabdomantica è il nostro romantico vagabondare in questa vita, negli elementi, coi nostri sensi estasiati, nel continuo mettere alla prova le profondità ognuno del proprio sentire. Vagabondi nei territori energetici del cuore e dell'anima, dove il silenzio non nasconde ma accoglie, dove occhi impenetrabili dischiudono abissi impensabili dell'essere ridotto alla sostanza. Rabdomantica è il rito che fa esplodere la vita nelle sue contraddizioni, il rito dove ogni passaggio è connotato dal gesto e dall'atto, ed è nell'assolutizzare l'effimero della vita che ripercorre i passi della fatica e del lavoro, i passi del cammino verso il sacro, verso il monte, verso l'assoluto della cima dove perdere la cognizione del tempo e della banalità spaziale territoriale per diventare l'occhio al centro dell'universo. Rabdomantica è allora la condizione umana di connessione e congiunzione degli elementi, della terra e del cielo, del sacro e del profano, dell'uomo che non ha dimenticato di essere viatico per nuove visioni in armonia col mondo. Rabdomantica è il nostro modo di immergerci e bere la luce dell'universo, come in un sogno, una linea del cuore, è come una reminiscenza di una parte della vita, forse della nascita stessa, la venuta al mondo. Rabdomantica nasce così lungo le vie che segnano la terra sottostante e che nascoste sprigionano linfa vitale. Una mappa energetica di un mondo che possiamo avvicinare solo attraverso un diverso sentire un diverso modo di guardare, conservando quella parte magica e sacra che parla attraverso segreti, attraverso il non visto e il non detto. “arriverà il rabdomante a sondare le profondità dell'animo, lì dove ribolle il motivo ultimo che da solo a volte non trova il cunicolo adatto ad affiorare. Arriverà il rabdomante e tu accoglilo, tu lascialo entrare”.
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Gli attori
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In scena
"Storia di Anna la pazza"
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