L'ometto verde
Nuovo anno, nuovo tormento: questa volta sono gli attori che, in buona parte, rinunciano a rimettersi in scena. Ma ormai, a “La Banda dei Misci” ci siamo abituati. Ci si conta: totale 6. Maschietti 2, Femminucce 4.
Il copione prevede 4 parti maschili e 4 femminili: ne mancano due. In breve, si ingaggiano all’uopo Luca e Simone. Ok: si parte !!
Il copione ? Ma c’e’ gia’ da un pezzo, e’ ovvio. Ormai, quello schizzato di Gianni ci ha preso gusto. A meta’ settembre, piu’ tardi del solito perche’ ormai Campomorone e’ un teatro perso, cominciano le prove e prende corpo “L’Ometto Verde”.
L’arrivo in squadra di Luca, personaggio non proprio piccolissimo (altezza misurata di metri 2,04, tale da valergli il soprannome di “Settemetri”) fa balenare nella mente malata dell’autore di dare proprio a lui, in palese contrasto con l’indicazione del titolo, il ruolo dell’ometto verde e gia’ questo fa immaginare tragici eventi futuri che, puntualmente, si verificheranno.
Lo spettacolo e’ stato replicato tre volte: il 10 Febbraio esordio al Teatro “Boggiano” di Genova Bolzaneto, il 24 Gennaio replica al Teatro del Ricreatorio di Pontedecimo (dove ormai si gioca in casa), il 7 Febbraio presso l’Oratorio Parrocchiale di Isoverde, frazione di Campomorone. Ottima interpretazione da parte di tutto il gruppo, con un Giorgio particolarmente in vena nell’interpretare un ruolo che gli lasciava ampia possibilita’ di dare sfogo al proprio estro, un Luca esilarante nelle sue vesti di albero di Natale spaziale, un Fabio versatilissimo e bravissimo nei panni del burbero e sanguigno Cain, con un tic che gli fa muovere a mitraglia la mano destra senza soluzione di continuita’, una Anna spassosa nell’interpretare una Menega eccessiva in tutto, una Paola autentica splendida sorpresa dell’annata.
Buonissimo successo di pubblico e di critica, salvo che a Pontedecimo dove, inspiegabilmente, un calo di tensione generale porta ad una esibizione davvero mediocre,
Esilarante, invece la rappresentazione nell’Oratorio Parrocchiale di Isoverde, dove le scenografie un po’ troppo basse lasciavano intravedere il cappello dell’Ometto Verde che si spostava dietro le quinte.
Gustosissima, fra le altre, l’entrata in scena di Checcu, il protagonista, inconsapevolmente sotto l’effetto di una “canna”, con bandana multicolore in testa e pancia scoperta.